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Vitozza
L’abitato rupestre di Vitozza antico centro medievale, dal particolare patrimonio storico, naturalistico e archeologico inserito nel parco archeologico de Comune di Sorano “Città del Tufo” è considerato oggi uno dei maggiori insediamenti rupestri del nostro territorio nazionale.
Dalle varie campagne archeologiche condotte nel centro insediativo di Vitozza si fa risalire la sua frequentazione storica sia nel periodo eneolitico che in epoca romana, nell’altomedioevo le fonti storiche la citano soltanto nel 1210 in atti di assegnazione sotto il dominio di Ottone IV.
Dal possedimento degli Aldobrandeschi di Sovana, passa come parte dotale alla famiglia dei Baschi di Orvieto poi agli Orsini di Pitigliano quindi alla Repubblica di Siena fino alla distruzione avvenuta nella metà del XV secolo.
La particolare conformazione geologica offre la possibilità di sviluppare il tessuto urbano su di un pianoro tufaceo, dove l’opera insediativa dell’uomo oltre che alle strutture abitative ricava nella nuda roccia dei ripari atti a contenere alloggi promiscui tra l’uomo e gli animali, magazzini per l’accoglimento delle derrate alimentari ed altri manufatti.
Le circa duecento grotte presenti nel circuito naturalistico di Vitozza ne caratterizzano l’intero contesto, offrendo lungo tutta la passeggiata delle singolari scenari abitativi e non.
Particolare e suggestiva realizzazione di epoca medievale sono i colombari, ambienti ricavati nella roccia vulcanica dove nella pareti interne sono ricavate delle nicchie di forma ogivale le quali vennero utilizzate per lo stazionamento dei colombi per farne oggetto di consumo e vendita.
Gli ambienti che si affacciano nel piano stradale, segnaliamo alcuni dalle singolari caratteristiche: la grotta a due piani, la grotta del somaro e la grotta di “Agostina Brunetti detta la Riccia” splendido esempio di vita troglodita dove all’interno si possono ammirare dei manufatti ricavati nella roccia atti alla vita domestica nel secolo XVIII.
Delle strutture insediative ancora presenti, segnaliamo i ruderi della rocca con torrione circolare di difesa separato dal pianoro dal fossato medievale, e le mura perimetrali dell’antica chiesa a pianta rettangolare di epoca Romanica dedicata a San Quirico.
La fase di abbandono dell’abitato nell’arco dei secoli ha favorito una completa rinascita della vegetazione inglobando in questo scrigno strutturale numerose qualità di piante officinali.
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